System Operating Free as Open Source, Come scegliere da una licenza di Linux gratuita e istallarla su vecchio Personal Computer.

In questo modo io introduco un argomento utile per chi vuole utilizzare il Personal Computer con lo scopo di imparare tutte le basi fondamentali per una costruzione “FAI Da TE” in questo mondo sempre più tecnologico ma con poche risorse economiche a disposizione per la maggior parte delle persone che vivono in questo pianeta.

Quali sono sono gli strumenti necessari per costruirsi un PC con un costo molto basso accessibile a tutti.

I 2 componenti fondamentali per fare un PC sono la parte Hardware e un prodotto Software.

La parte Hardware si può trovare comodamente nel mercato dell’usato a prezzi molto bassi perchè in ogni momento le case costruttrici di Personal Computer fanno uscire nuovi modelli più tecnologi quindi quelli più vecchi perdono valore e nel mercato dei componenti informatici  di seconda mano ne trovi tantissimi che uniti con un Sistema Operativo Linux possono acquistare ancora una nuova immagine  per un utilizzo quotidiano.

La parte Software che si può utilizzare un Sistema Operativo di Linux che adesso può essere installato velocemente su un qualunque Personal Computer con pochissime esperienze d’ installazioni  di programmi o software.

Come fare il “Fai Da Te”?

Comprare con costi bassissimi un Personal Computer vecchio dove ? Qui sotto leggete………….

RADIANT AND SILICON

21 – 22 settembre 2013

http://www.parcoesposizioninovegro.it/calendario-2013/radiant-and-silicon.html

63a Rassegna di elettronica, informatica e radiantismo Segreteria: via Novegro – 20090 Segrate (MI) – tel. 02 75 62 711 radiant@parcoesposizioninovegro.it

 

Chiedere il Sistema Operativo ad un Supporto Informatico cioè un Sorgente per Installazione di una delle tante versioni di Linux.

 

Informazioni Tecniche :

Linux

Linux (/ˈlinuks/, pronuncia inglese [ˈlɪnʊks]) è una famiglia di sistemi operativi di tipo Unix-like, rilasciati sotto varie possibili distribuzioni, aventi la caratteristica comune di utilizzare come nucleo il kernel Linux.

Molte importanti società come: IBMSun MicrosystemsHewlett-PackardRed HatCanonical e Novell hanno infatti sviluppato e rilasciato, e continuano a farlo, sistemi Linux. Grazie alla portabilità del kernel Linux sono stati sviluppati sistemi operativi Linux per un’ampia gamma di dispositivi, dai personal computer, ai cellulari, dai tablet computer e console, aimainframe e ai supercomputer ed esistono sistemi Linux installabili anche come server.

Il suo sviluppo è sostenuto dalla Linux Foundation, un’associazione senza fini di lucro. Linux, in realtà, è il nome del kernel sviluppato da Linus Torvalds a partire dal 1991 che è stato utilizzato come base per la realizzazione di vari sistemi operativi, in particolare molti progetti open source hanno scelto di sviluppare sistemi operativi con kernel Linux e software sviluppato dal progetto GNU, tutti questi sistemi vengono però comunemente chiamati con il nome del loro kernel (Linux) senza specificare di che tipo è il resto del software utilizzato. L’utilizzo della parola Linux è da attribuire a Ari Lemmke, l’amministratore che rese per primo disponibile Linux su Internet via FTP il 17 settembre 1991. In particolare, Linux era il nome della directory, la pub/OS/Linux, in cui risiedevano i file del nuovo sistema operativo. Il nome scelto da Torvalds e che durò per sei mesi era Freax, ovvero Freaks con la x d’ordinanza.

Secondo Richard Stallman, fondatore del progetto GNU, e secondo la Free Software Foundation, la dicitura Linux (senza prefisso “GNU/”) per i sistemi operativi che utilizzano software GNU sarebbe erronea, in quanto il nome Linux è attribuibile al solo kernel e il sistema, strutturato a partire dai componenti dell’originale progetto GNU, dovrebbe più propriamente chiamarsi GNU/Linux[11][12]. Secondo altri e secondo l’uso della maggior parte degli utenti e degli sviluppatori e delle società coinvolti nello sviluppo del sistema operativo e del software ad esso collegato, il nome Linux è ormai divenuto sinonimo di sistema “Linux based”, cioè di sistema basato sul kernel Linux.

Sebbene non sia insostituibile per questo scopo, è anche il sistema operativo più comunemente usato per eseguire ApacheMySQL e PHP, i software alla base della maggior parte dei server web di tutto il mondo. Le iniziali di questi tre progetti, insieme all’iniziale della parola Linux, hanno dato origine all’acronimo LAMP.

Con l’evoluzione di ambienti desktop come KDE e GNOME, sono state sviluppate distribuzioni che offrono un’interfaccia grafica simile a quella di Microsoft Windows o di Mac OS X, più vicina alle esigenze degli utenti meno esperti, rendendo il passaggio da un sistema all’altro meno traumatico.

Storia

Inizi

Il kernel Linux vede la luce nell’agosto 1991 grazie al giovane studente finlandese Linus Torvalds che, appassionato di programmazione, era insoddisfatto del sistema operativo Minix (sistema operativo unix-like destinato alla didattica, scritto da Andrew Tanenbaum, professore ordinario di Sistemi di rete all’università di Amsterdam), poiché supportava male la nuova architettura i386 a 32 bit, all’epoca tanto economica e popolare. Così Torvalds decise di creare un kernel unix con lo scopo di divertirsi e studiare il funzionamento del suo nuovo computer, che era appunto uno80386.

Inizialmente, Linux (il sistema operativo basato sul kernel programmato da Torvalds) per girare utilizzava, oltre al kernel di Torvalds, lo userspace di Minix. Successivamente, Linus decise di rendere il sistema indipendente da Minix, anche perché non ne gradiva la licenza che lo rendeva liberamente utilizzabile solo a fini didattici e decise, quindi, di sostituire quella parte del sistema operativo col software del progetto GNU. Per fare ciò, Torvalds doveva cambiare licenza e adottare la GPL, che tra l’altro considerava buona per il suo sistema operativo a prescindere dal software GNU stesso. E così la licenza cambiò in GPL.

Linux, all’inizio, era un semplice emulatore di terminale scritto in C e assembly, e non aveva bisogno di appoggiarsi a un sistema operativo. L’emulatore di terminale avviava e gestiva duethread: uno per mandare segnali alla porta seriale, uno per riceverli; quando poi Linus ebbe bisogno di leggere e scrivere file su disco, questo emulatore fu esteso in modo che potesse gestire un file system. Lentamente, questo programma si trasformò in un intero kernel in grado di gestire un sistema operativo e Linus iniziò a documentarsi sulle specifiche POSIX, chiedendo assistenza sul newsgroup. La prima versione del kernel Linux, la 0.01, fu pubblicata su Internet il 17 settembre 1991 e la seconda nell’ottobre dello stesso anno.

Torvalds preferiva chiamare Freax il kernel a cui stava lavorando ma Ari Lemmke, assistente alla Helsinki University of Technology che gli aveva offerto lo spazio FTP per il progetto (ftp.funet.fi), preferì assegnare alla subdirectory dedicata il nome alternativo di lavorazione Linux.

Sin dalla versione 0.01 si poteva compilare e far partire la shell GNU Bash. Fino alla versione 0.10 era richiesto un computer con Minix per configurare, compilare e installare Linux perché quest’ultimo usava il filesystem del sistema sul quale si appoggiava; dalla versione 0.11 poteva essere compilato da Linux stesso. Presto i sistemi Linux superarono Minix in termini di funzionalità: Torvalds e altri sviluppatori della prima ora di Linux adattarono il loro kernel perché funzionasse con i componenti GNU ed i programmi in user-space per creare un sistema operativo completo, pienamente funzionante e libero.

Linux e la rete

Nella primavera del 1992 l’hacker Orest Zborowski riuscì a rendere eseguibile il server X sulla versione 0.12 di Linux. Per far ciò, Orest dovette implementare tutta la struttura degli Unix Domain Socket indispensabili a X Window e quindi un primo livello socket sul quale venne poi costruita tutta l’infrastruttura di rete di Linux. In realtà, il tutto era imbastito in maniera un po’ caotica e non era ben integrato all’interno del kernel ma Linus accettò comunque la patch perché con essa era possibile sia utilizzare X, sia utilizzare tale infrastruttura per dotare Linux di uno stack di rete. Entusiasta della novità, Linus rilasciò, dopo la versione 0.13, la versione 0.95, senza pensare a tutti i problemi di sicurezza che la rete avrebbe comportato. Per rimediare alla leggerezza, nei due anni che trascorsero dalla 0.95 alla 1.0, Linus dovette utilizzare sia un ulteriore numero per indicare il livello di patch sia le lettere dell’alfabeto (sino alla versione 0.99.15Z, 0.99 15º livello di patch, revisione Z).

La versione 1.0

L’idea alla base di Tux, la mascotte delkernel Linux, è nata mediante uno scambio di e-mail in una mailing list pubblica.

Il 12 marzo 1994 il 16º livello di patch del kernel 0.99 divenne Linux 1.0. Fu lo stesso Linus Torvalds a presentare la prima versione stabileall’Università di Helsinki.

La controversia SCO-Linux

Con il termine controversia SCO-Linux si fa riferimento ad una serie di cause legali e pubbliche tra la società produttrice di software e sistemi operativi SCO Group ed alcuni utenti Linux.

SCO sostenne che gli accordi di licenza con IBM, che donano alcuni codici sorgente per essere incorporati in Linux, violino i diritti contrattuali.

Molti membri della comunità Linux non furono d’accordo con SCO e IBMNovell e Red Hat vinsero il processo contro SCO Group.

 

Oggi

Desktop KDE SC 4.10

GNOME 2.20 desktop.

Nel 2012, Torvalds continua a dirigere lo sviluppo dei kernel, mentre le altre parti dei sistemi Linux sono sviluppate separatamente. Il compito di fornire un sistema integrato, che combina tutte le componenti di base con le interfacce grafiche (come per esempio GNOME o KDE, che a loro volta si basano sulla presenza dell’X Window System) e con il software applicativo, viene ora svolto dalle distribuzioni. Nel 1996 fu scelto come logo ufficiale di Linux un pinguino disegnato da Larry Ewing e ad esso venne dato il nome di Tux come abbreviazione di Torvalds Unix; altre fonti sostengono si tratti dell’abbreviazione di tuxedo, termine statunitense che indica lo smoking, riferendosi alla livrea bianca e nera dei pinguini (che è d’altronde più comunemente paragonata per il suo aspetto al frac, cui il termine tuxedo, pure con diversi significati in vari paesi, non fa mai riferimento). Linux è molto usato soprattutto come server in ambienti di produzione o in dispositivi embedded (PVR, telefoni ecc.) ed ha una discreta diffusione in ambiente desktop (circa il 3% dei PC). Anche l’iniziale ampia diffusione sui netbook ha lasciato il passo a Windows, pur mantenendo una quota di penetrazione significativamente superiore a quella dei pc desktop/notebook.

Per quanto riguarda il kernel vero e proprio, Torvalds a settembre 2009 ha dichiarato che esso è diventato “gonfio e grosso” e non più veloce e scattante rispetto a quando l’aveva progettato[15]. Riconosce, però, che questo “ingrassamento” non può essere visto solo come una cosa negativa perché significa che Linux ha molta più compatibilità rispetto al passato.

Nel luglio del 2011, per festeggiare il 20º anniversario della nascita di Linux, Torvalds ha deciso di rilasciare il kernel linux, passando ad un sistema di numerazione a 2 cifre, rilasciando la versione 3.0 del kernel. L’ultima release della serie 2.6 è stata la 2.6.39.

Il kernel di Linux

Caricamento del kernel Linux 2.6.24.4 suKnoppix 5.3.1

Il kernel Linux costituisce il nucleo dei sistemi operativi della famiglia di Linux. Inoltre è uno dei più riusciti esempi di software open source.

Il kernel Linux è stato rilasciato sotto la libera licenza GNU GPL,(insieme ad alcuni firmware con varie licenze) ed è sviluppato da collaboratori di tutto il mondo. Ogni giorno lo sviluppo avviene sfruttando la mailing list di Linux.

Il kernel Linux fu inizialmente creato nel 1991 da alcuni studenti di informatica finlandesitra cui Linus Torvalds, il capogruppo. Linux aumentò in modo repentino i suoi sviluppatori ed utilizzatori che aderivano al progetto del software libero e contribuivano allo sviluppo del nuovo sistema operativo.

File system

Il file system utilizzato dai sistemi Linux fa riferimento al Filesystem Hierarchy Standard, uno standard per file system per sistemi Unix e Unix-like di tipo ad albero gerarchizzato.

Le distribuzioni

Non esiste un’unica versione di Linux ma esistono diverse distribuzioni (chiamate anche distro), solitamente create da comunità di sviluppatori o società, che scelgono, preparano e compilano i pacchetti da includere. Tutte le distribuzioni condividono il kernel Linux (sia pur in versioni diverse e spesso personalizzate), mentre si differenziano tra loro per il cosiddetto “parco software”, cioè i pacchetti preparati e selezionati dagli sviluppatori per la distribuzione stessa, per il sistema di gestione del software e per i servizi di assistenza e manutenzione offerti.

Esistono distribuzioni eseguibili direttamente da CD senza che sia richiesta l’installazione sul proprio hard disk, come Knoppix e derivate: sono chiamate distribuzioni live o desktop CD. Per altre ancora si può effettuare l’installazione dalla penna USB.

Distribuzioni più diffuse

Linea temporale che mostra lo sviluppo delle varie distribuzioni Linux.

In ordine alfabetico, segue la lista delle distribuzioni più diffuse e conosciute:

  • Android – È una distribuzione per dispositivi mobili (principalmente touch screen) inizialmente sviluppata dalla Startup Android Inc. e poi nel 2005 acquistata dalla Google Inc. che la supporta tuttora.
  • Arch Linux – È leggera, veloce, estremamente scalabile e adattabile alle proprie esigenze. Ottimizzata per i686 e X86-64.
  • Backtrack – Offre tools per fare test di penetrazione. Fino alla versione 3.0 derivava dalla distro WHAX, dalla versione 4.0 è invece basata su Ubuntu.
  • CentOS – È una distribuzione basata sui sorgenti di Red Hat Enterprise Linux, quindi uguale ad essa in tutto e per tutto se non per i loghi e il nome che vengono cambiati in quanto marchi registrati. È usata per lo più in ambito server.
  • Debian – Offre un ottimo sistema di gestione dei pacchetti software (in formato deb), compilati per 11 architetture differenti: Alpha, AMD64, ARM, HP PA-RISC, Intel x86, Intel IA-64, MIPS (big endian), MIPS (little endian), PowerPC, IBM S/390, SPARC. Viene definita per questo “il sistema operativo universale”. Ha un’installazione disponibile sia in modalità testuale che grafica.
  • Fedora – Distribuzione non commerciale sponsorizzata da Red Hat. Piuttosto curata nell’aspetto, viene aggiornata frequentemente con le ultime novità. Il sistema di pacchettizzazione è basato su RPM Package Manager e l’installazione è disponibile sia in modalità testuale che grafica.
  • Gentoo Linux – Distribuzione non commerciale basata sui sorgenti che permette di ottimizzare e rendere estremamente flessibile il sistema. Implementa un sistema di porting derivato da *BSD. L’installazione avviene manualmente, seguendo l’apposito manuale. Ulteriori punti di forza della distribuzione sono l’ottima documentazione e la comunità molto disponibile.
  • Knoppix – La distribuzione live CD più famosa. Nata per uso forense, deriva da Debian. Molto indicata per i principianti, permette di avere un sistema completo avviabile direttamente da CD-ROM o DVD che permette, tra i vari usi, l’utilizzo dimostrativo, come tool di diagnostica, come test di compatibilità hardware, ecc. Presenta alcune varianti come Eduknoppix.
  • Linspire – Era un distribuzione commerciale derivata da Debian che puntava alla facilità d’installazione e d’utilizzo anche da parte di principianti.
  • Mandriva – Conosciuta come Mandrake fino al 2005, anno in cui la Mandrakesoft ha acquisito Conectiva. È una tra le distribuzioni più diffuse e maggiormente orientate all’utente desktop. È distribuita sia in forma gratuita che come prodotto commerciale (in questo caso include alcuni pacchetti proprietari), con nuove release a cadenza approssimativamente annuale. Ha un sistema di pacchettizzazione basato su RPM.
  • Mint – Derivata da Ubuntu, comprende alcuni software personalizzati per installazione e gestione, un menù principale che richiama quello di Windows Vista, e comprende codecmultimediali preinstallati per DVD, MP3 ecc.
  • OpenSUSE – È una distribuzione non commerciale nata dall’apertura allo sviluppo comunitario di SuSE.
  • Puppy – Distribuzione molto leggera, è disponibile in versione Live CD. Occupa poche risorse e spazio su disco ed è adatta a PC poco potenti o datati. Se la quantità di RAM è sufficiente (256 MB o più), può girare integralmente in memoria.
  • Red Hat Linux Enterprise – È la distribuzione commerciale più diffusa. Leggera, non viene aggiornata alle ultime novità ma predilige versioni di kernel e componenti stabili e collaudate. Gli sviluppatori di Red Hat hanno realizzato il diffuso sistema di pacchetti RPM.
  • Sabayon – Sabayon è una distro basata su Gentoo che si caratterizza per la compresenza di due package manager (binario e sorgente). È disponibile in diverse versioni con KDE,GNOMEXFCELXDEEnlightenmentFluxbox.
  • Slackware – Creata nel 1993, viene spesso considerata la distribuzione più vicina a Unix e agli standard GNU/Linux. È molto stabile, versatile e mira alla semplicità: gli interventi sul codice sono minimi, nel rispetto delle intenzioni degli autori originali. Il sistema di gestione dei pacchetti affida all’utente la risoluzione delle dipendenze, mentre il software non incluso va compilato dai sorgenti.
  • SLAX – Deriva direttamente da Slackware e ne conserva le caratteristiche di velocità, stabilità, leggerezza e ampia configurabilità in base alle varie esigenze del singolo utente. Adotta un approccio modulare avanzato.
  • SuSE – Celebre distribuzione europea, molto usata a livello aziendale ma rivolta anche all’utente Desktop. Anch’essa basata su RPM, è un prodotto commerciale. È basata sul lavoro del progetto OpenSUSE.
  • Ubuntu – Distribuzione derivata da Debian, è salita alla ribalta per la facilità d’installazione e d’utilizzo e per la disponibilità di frequenti aggiornamenti della versione stabile. Utilizza il gestore pacchetti APT, come Debian, e i desktop Unity e GNOME. Ne esistono numerose varianti, tra cui KubuntuXubuntuLubuntu ed Edubuntu.

Distribuzioni completamente libere

La scrivania della versione 4.00 della distribuzione Trisquel, completamente libera.

La maggioranza delle distribuzioni Linux non contiene esclusivamente software libero ma anche, in misura ridotta, software proprietario (ad esempio driver, codec, tool e applicazioni), spesso per reale mancanza di software libero corrispondente. La Free Software Foundation (FSF), sulla base delle Guidelines for Free System Distributions, ha stilato una lista di distribuzioni Linux che contengono esclusivamente software libero[23][24]:

  • gNewSense, distribuzione basata su Debian e Ubuntu e supportata dalla FSF
  • BLAG[25] (le Brixton Linux Action Group), una distribuzione Linux basata su Fedora
  • Dragora[26], distribuzione indipendente basata sul concetto di semplicità
  • Dynebolic, distribuzione specializzata nell’editing di audio e video.
  • Kongoni[27], distribuzione africana
  • Musix[28], distribuzione basata su Knoppix, rivolta alla produzione audio.
  • Parabola GNU/Linux[29], distribuzione basata su Arch che cura particolarmente la semplicità della gestione dei pacchetti e del sistema.
  • Trisquel[30], distribuzione orientata alle piccole imprese, agli usi domestici e ai centri educativi.
  • Ututo[31], distribuzione basata su Gentoo, è stato il primo sistema Linux completamente libero riconosciuto dal Progetto GNU
  • Venenux[32], distribuzione rivolta principalmente ad utenti latinoamericani.

Distribuzioni per bambini

Si tratta di distribuzioni che forniscono raccolte preinstallate di giochi educativi in ambienti adatti a bambini a partire dall’età prescolare (in alcuni casi a partire dai 2 anni) fino agli inizi dell’adolescenza. Tutte le distribuzioni di questo tipo adattano l’ambiente da un punto di vista grafico, ed alcune semplificano anche in maniera consistente le modalità di utilizzo dell’ambiente. Normalmente vengono fornite anche delle raccolte di giochi ludici, e a volte vengono preinstallati anche dei programmi per sviluppare la creatività. Non di rado vengono integrati dei filtri famigliaper proteggere i bambini dall’ottenimento di pagine inappropriate durante la navigazione in internet. I giochi educativi inclusi non differiscono molto tra una distribuzione e l’altra, e comprendono giochi per l’apprendimento dell’uso del mouse e della tastiera, dell’alfabeto e delle sillabe, dei numeri e delle operazioni, di abilità di memorizzazione e ragionamento, fino ad attività più complesse come lo studio della geografia e delle scienze. Ecco alcune delle distribuzioni per bambini attualmente esistenti:

  • DoudouLinux – Basata su Debian e multilingue, fa della semplicità d’uso e della adattabilità all’età del bambino i suoi punti di forza. Le attività più semplici sono utilizzabili a partire dai due anni, mentre i bambini più grandi troveranno tra le altre cose semplici programmi per lo sviluppo della creatività e navigheranno in internet protetti da un filtro famiglia. In arrivo anche uno strumento per la limitazione da parte dei genitori del tempo di uso del PC. Non richiede l’installazione, potendo essere usata da CD o da chiave USB.
  • Edupup, basata su Puppy Linux.
  • Foresight kids, basata su Foresight Linux.
  • Linux KidX, basata su slackware, disponibile in portoghese ed inglese.
  • PaiX, basata su Mandriva, è in fase sperimentale.
  • Qiko Junior.
  • Qimo 4 kids – Basata su Ubuntu e multilingue, è una distribuzione completa ed in avanzato stadio di sviluppo, che può essere anche installata come desktop environment aggiuntivo su una distribuzione Ubuntu preesistente. Non avendo sviluppato consistenti semplificazioni dell’interfaccia e delle modalità d’uso potrebbe però risultare un po’ ostica per i bambini più piccoli.
  • UKnowforkids, basata su Arch Linux, disponibile solo in inglese ma con requisiti minimi hardware bassi.

Anche pensate per i bambini sono le distribuzioni appositamente concepite per le scuole, ma esse non sono espressamente concepite per l’uso sul singolo calcolatore domestico, ma piuttosto su reti scolastiche di calcolatori ed inoltre si rivolgono a bambini in età scolare. A tal proposito si veda la pagina Edutainment, dove si troverà anche una lista delle distribuzioni ad uso scolastico.

Gestori di pacchetti

Le distribuzioni Linux sono normalmente composte da pacchetti (packages), ed ognuno di essi contiene una specifica applicazione o componente: ad esempio, ci possono essere pacchetti contenenti una libreria per la gestione di un formato di immagini, oppure una serie di font, oppure un browser web così come un qualsiasi altro programma. Un pacchetto è fornito normalmente come codice compilato, e la sua installazione o rimozione è gestita in maniera più sofisticata rispetto ad un semplice programma di archiviazione come tar. Il programma preposto a queste funzioni è detto il sistema di gestione dei pacchetti (package management system o PMS) della distribuzione. Ogni pacchetto dedicato ad un PMS contiene delle meta-informazioni come descrizione, versione, dipendenze, ecc. Il sistema di gestione dei pacchetti tiene in considerazione queste meta-informazioni per permettere ricerche, aggiornamenti automatici a versioni più aggiornate, per controllare che tutte le dipendenze di un pacchetto siano soddisfatte e/o soddisfarle automaticamente.

Distribuzioni diverse hanno gestori di pacchetti diversi, ed i principali sono:

  • RPM, adesso RPM Package Manager ma in origine Red Hat Package Manager, originariamente introdotto da Red Hat ma adesso usato in molte distribuzioni.
  • deb, Debian package, originariamente introdotto da Debian, usato anche dalle sue distribuzioni derivate.
  • .tgz o tar.gz, standard tar + gzip, a volte con ulteriori file di controllo — usato da Slackware ed altri, o a volte per la distribuzione di pacchetti molto semplici “fatti in casa”.
  • ebuild, file contenente informazioni su come ottenere, compilare ed installare un pacchetto nel sistema Portage di Gentoo Linux attraverso il comando emerge. Tipicamente queste sono installazioni basate sulla compilazione di sorgenti, nonostante anche alcuni pacchetti binari possano essere installati in questo modo.
  • recipe, file contenente informazioni su come ottenere, decomprimere, compilare ed installare un pacchetto nella distribuzione Gobo Linux. Questo sistema è simile a quello di Gentoo.
  • Autopackage, un gestore per creare un sistema di installazione indipendente ed uguale per tutte le distribuzioni Linux.

È presente inoltre la possibilità di compilare in proprio le applicazioni direttamente dai sorgenti disponibili, qualora non siano disponibili i binari precompilati. Sebbene la compilazione possa comportare alcune difficoltà, l’applicazione sarà sicuramente ottimizzata per il sistema sulla quale viene eseguita. Seguendo questa logica alcune distribuzioni (es. Gentoo) offrono la possibilità di compilare l’intero sistema operativo.

Versioni embedded

La classica schermata iniziale di un sistema operativo Android

La possibilità di intervenire sul kernel Linux e la comparsa di molti appassionati ne hanno suggerito l’utilizzo nell’elettronica dei dispositivi integrati. Infatti a partire dal 2009, è possibile reperire apparecchiature commerciali (quali routersmartphone o tablet) dotate di sistemi Linux fortemente ridotti. Esistono anche distribuzioni Linux pensate per essere utilizzate su tali sistemi embedded, ad esempio OpenWRTAndroid (sviluppato da Google), MeeGo o Ångström.

La Linux Foundation e il Linux Standard Base

La Linux Foundation (nata nel 2007 dalla fusione di Free Standards Group e Open Source Development Labs) è un’organizzazione formata dai maggiori produttori di software ed hardware il cui obiettivo è di migliorare l’interoperabilità tra le diverse distribuzioni.

Allo scopo, essa ha proposto una standard aperto e gratuito, chiamato Linux Standard Base (ufficializzato con lo standard ISO/IEC 23360) che definisce una comune ABI (Interfaccia Binaria per le Applicazioni), un unico sistema di pacchettizzazione ed una struttura per il file system che preveda le stesse convenzioni sui nomi e le stesse directory basilari in ogni sistema Linux.

Esso al momento costituisce lo standard con maggiore appeal, al quale tutte le maggiori distribuzioni si stanno adeguando.

Installazione

Linux può essere installato stand-alone su disco rigido oppure su partizione primaria e logica per un hard-disk precedentemente partizionato. Alternativamente può essere installato suchiavetta USB o CD ed avviato opportunamente in fase di boot del computer. I sistemi Linux necessitano anche di una partizione di swap per la memoria virtuale, tipicamente di dimensioni pari al doppio della RAM. Tipicamente distribuzioni Live CD e Live USB una volta avviate dal loro supporto di memorizzazione forniscono supporto all’utente per l’installazione permanente su disco fisso nelle modalità di cui sopra.

Utilizzi

Il kernel Linux gira su svariate architetture: dai cellulari ai PC, ai supercomputer. Speciali distribuzioni esistono per piccole architetture per mainstream. Il fork del kernel ELKS può girare su un Intel 8086 o su un Intel 80286 con microprocessore a 16-bit, mentre il fork del kernel µClinux può girare su sistemi senza MMU. Il kernel gira anche su architetture che erano state progettate per utilizzare il proprio sistema operativo, come i computer della Macintosh (con processori PowerPC e Intel), PDAconsolelettori MP3 e telefoni cellulari.

Le distribuzioni possono essere specializzate per differenti utilizzi: supporto a particolari architetturesistemi embedded, stabilità, sicurezza, localizzazione per una particolare regione o lingua o il supporto per le applicazioni in real-time. In più, alcune distribuzioni includono solamente software libero. Attualmente, oltre trecento distribuzioni sono sviluppate attivamente, con circa una dozzina di esse che sono più famose per l’utilizzo giornaliero.

Vantaggi e svantaggi

Numerose distribuzioni sono completamente gratuite, per l’utente privato e per le aziende. Esistono società (Red HatCanonical, e altre) che, dietro compenso, forniscono supporto tecnico per le proprie distribuzioni.

A questo si aggiunge la possibilità di modificare il sistema migliorando in proprio il codice sorgente, fornito con la licenza GPL, e di distribuirlo gratuitamente e legalmente, sotto forma di nuove versioni.

I LUG

Un Linux User Group (LUG), o anche “Linux Users Group” e “Linux Users’ Group” è un gruppo formato da sostenitori del sistema operativo Linux.

I LUG sono spesso organizzati come associazioni senza scopo di lucro e la loro principale missione è contribuire alla diffusione del software libero e in particolare dei sistemi operativi basati sul kernel Linux.

Linux Day

Logo ufficiale del Linux Day.

I LUG italiani ogni anno promuovono ed organizzano il Linux Day, una manifestazione che ha lo scopo di promuovere il sistema operativo Linux e il software libero, ed avvicinare ed aiutare i nuovi utenti, con un insieme di eventi contemporanei organizzati in diverse città d’Italia.

La Italian Linux Society (ILS) stabilisce la data del Linux Day e, a volte, fornisce proprio materiale pubblicitario. La responsabilità dei singoli eventi locali è lasciata ai rispettivi gruppi organizzatori, che hanno libertà di scelta per quanto riguarda i dettagli delle iniziative locali, nel rispetto delle linee guida generali definite da ILS.

La manifestazione è nata nel 2001 per iniziativa di Davide Cerri di ILS, con lo scopo di valorizzare la rete dei LUG italiani organizzando una manifestazione di portata nazionale ma allo stesso tempo delocalizzata sul territorio. Il ruolo di ILS, tuttavia, è stato sempre secondario rispetto allo sforzo profuso dai LUG, veri artefici della manifestazione.

La prima edizione del Linux Day si è tenuta il 1º dicembre 2001 in circa quaranta città sparse su tutto il territorio nazionale. Il Linux Day è divenuto il principale evento italiano no profit dedicato a Linux ed al software libero.

Le edizioni successive si sono tenute il:

Open Soruce Linux Corsi
Associazione Culturale per condividere e diffondere la conoscenza di Linux a tutti.

 

 

 

 

 

 

http://www.openlabs.it/

Chi sono ?

OpenLabs è un’associazione culturale senza fini di lucro costituita nel luglio del 2000 da 10 Soci Fondatori: in meno di tre anni contava piu’ di 100 iscritti.

OBIETTIVI

La premessa su cui si fonda Openlabs e la sua didattica e’ la convinzione che un sapere condiviso aumenti la conoscenza, di un singolo e di una comunita’.

Quindi il nostro obiettivo e’ far conoscere e insegnare ad usare software open-source come Linux e i programmi correlati.

ATTIVITA’ PREMINENTI

  • formazione (corsi, seminari, gruppi di lavoro, …),
  • divulgazione (convegni, manifestazioni, documentazione, informazione, ..)
  • sostegno di progetti (patrocinio, spazio web, sostegno ad enti e fondazioni, laboratori, collaborazioni, …) 

PER SAPERNE DI PIU’

Due parole quindi su cosa si intende per “open-source” , “copyleft”  e “licenze creative commons” cliccate qui.

DOCUMENTI UFFICIALI

Chi volesse leggere il nostro STATUTO o il REGOLAMENTO  può usare questi link per scaricare il pdf dei due testi.

Cosa si fà in questa associazione culturale di Linux……………….

In questa associazione ci ritrova ognuno con il proprio Personal Computer e si impara condividendo le proprie conoscenze informatiche sul grande mondo di Linux.

Alcuni anni fa io per un pò di temto andavo con il mio Personal Computer a imparare a installare un versione gratuita di Linux Debian , gli incontri in quel periodo venivono svolti in una laboratorio di fronte allo Stadio della Breda a Sesto San Giovanni , Milano e confronto a le installazioni delle versioni di Linux di adesso erono molto difficili e i componenti per crearti i proprio sistema operativo veniva eseguito tutto a riga di comando sulla Shall da Terminal.

Nelle nuove versioni come quella di Ubuntu  adesso tutto molto più facile.

Chiedi un CD o un DVD d’installazione esegui piccoli istruzioni che il sistema ti chiede e il Sistema Operativo e Istallato.

Perchè scegliere Linux leggete i 27 motivi e capirete : http://www.istitutomajorana.it/passare-linux/
Linux Distribuzione Open Source
Versione pù Stabile di Linux madre della versione più conusciuta di Ubuntu

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SO Open Source
Quando Ubuntu era ancora nella pancia della Mamma di Debian e del Papà Red Hat presto prendeva luce propria Ubuntu come SO semplice che poteva essere utilizzato da tutti.

Ubuntu

(EN) « Ubuntu: Linux for Human Beings » (IT) « Ubuntu: Linux per esseri umani »
Ubuntu Sistema Operativo Nativo Linux
Finalmente nace un software libero semplice , naturale e effervescente utile e facile da Installare e soprautto con caretteristiche simili al sistema operativo di Windows.

 

 

 

 

 

 

 

 

Ubuntu ([uːˈbuːntuː][ùbúntú] in zulu, una filosofia di origine sudafricana) è una distribuzione GNU/Linux, basata su Debian, nato nel 2004. La sua principale caratteristica è la focalizzazione sull’utente e la facilità di utilizzo  viene pubblicata come software libero sotto licenza GNU GPL, è distribuita gratuitamente ed è liberamente modificabile. Ubuntu è orientato all’utilizzo desktop e pone una grande attenzione al supporto hardware. È prevista una nuova versione ogni sei mesi.

Lo sviluppo di Ubuntu è sostenuto dalla Canonical Ltd, un’azienda britannica posseduta dall’imprenditore sudafricano Mark Shuttleworth. I guadagni ottenuti dal supporto tecnicoofferto da Canonical vengono usati per lo sviluppo di Ubuntu.

Storia

La prima pubblicazione di questo sistema operativo avvenne il 20 ottobre 2004 da un fork (sviluppo di Debian), dopo che Mark Shuttleworth riunì un gruppo di programmatori per creare una nuova distribuzione Linux.

Il 1º luglio 2005 è nata la Fondazione Ubuntu con un fondo iniziale di 10 milioni di dollari USA, il cui scopo è lo sviluppo della distribuzione nel caso in cui Canonical Ltd dovesse cessare le attività[12]. La fondazione è al momento dormiente.

La distribuzione nel corso degli anni e delle versioni ha subito grossi cambiamenti: con la versione di Ubuntu dell’aprile 2011 è stata introdotta nella versione desktop la nuova interfaccia grafica Unity, sviluppata appositamente per Ubuntu. Tale introduzione suscitò aspre critiche all’interno della comunità.

Nel gennaio 2012 Canonical Ltd. ha annunciato e presentato al Consumer Electronics Show la creazione di una versione di Ubuntu per smart TV che vedrà la luce nel 2012. Un mese dopo è stata annunciata una versione di Ubuntu per smartphone Android.

Il 2 gennaio 2013 è stato presentato Ubuntu Touch, una versione di Ubuntu ottimizzata per gli smartphone mentre il 19 febbraio dello stesso anno è stata presentata la stessa versione per i tablet. Il 7 febbraio 2013 Canonical ha dichiarato che il primo smartphone con Ubuntu Touch sarà rilasciato in ottobre 2013. È stato inoltre dichiarato che il sistema è progettato in modo da non fare completo affidamento sulla macchina virtuale Java, com’è invece perAndroid, anch’esso sviluppato a partire dal kernel Linux.

Nel marzo 2013, Canonical ha annunciato che un nuovo server grafico, chiamato Mir, verrà usato al posto di Wayland,[19] dopo che nel 2010 Mark Shuttleworth aveva annunciato i piani di una eventuale sostituzione di X a favore diWayland come principale server grafico di Ubuntu.[20] Mir sarà usato su Ubuntu sia sui computer sia su tablet e smartphone, all’interno del progetto Ubuntu Touch.

A fine marzo 2013 viene siglato un patto tra Canonical e il Ministero dell’Industria e delle Tecnologie dell’Informazione della Cina per lo sviluppo di Kylin, una distribuzione basata su Ubuntu adattata per la Cina.

Il nome

Ubuntu (filosofia).
Il concetto di Ubuntu
(EN) Il concetto di Ubuntu descritto da Nelson Mandela

Il nome Ubuntu deriva da un antico vocabolo zulu (letteralmente: umanità) diffuso in varie parti dell’Africa meridionale. Il termine viene utilizzato nel detto zulu «umuntu ngumuntu ngabantu», traducibile con “io sono ciò che sono per merito di ciò che siamo tutti”.

L’obiettivo è portare questa idea nel mondo del software, dando un grande peso alla comunità di utenti partecipanti nello sviluppo del sistema operativo.

I colori

Dopo circa 6 anni dagli esordi, Canonical cambia in maniera radicale il marchio e l’aspetto grafico, di Ubuntu, a partire dalla versione Lucid Lynx 10.04, introducendo il tema Light, che sostituisce il tema Human con i suoi colori marrone-arancione.[24][25] Mark Shuttleworth spiegò che il rinnovamento derivava dall’esigenza di avere un aspetto più professionale, per ottenere maggiore appeal in ambito aziendale;[26] si scelsero il colore aubergine (melanzana) e, per mantenere il lato “umano”, una particolare tonalità arancione, per bilanciare il viola-melanzana, chiamata Ubuntu orange.

Ubuntu orange: #DD4814 (Pantone 1665)

Canonical aubergine: #772953 (Pantone 683)

Il rapporto di quantità grafica tra i due colori indica anche la destinazione d’uso di un qualsiasi messaggio derivante da Canonical/Ubuntu che si sta guardando: se destinato prevalentemente alle aziende, prevale il viola, se rivolto prevalentemente ai privati prevale l’arancione.

Insieme all’aspetto cromatico fu cambiato anche il font del logo, inventandone uno che si potesse utilizzare sia per i titoli e i loghi, che per i testi; il precedente font era poco adatto per testi lunghi.

Caratteristiche principali

Schermata di Ubuntu 8.04 beta (modificato)

Il cubo di Compiz-Fusion

Altro effetto grafico di Compiz-Fusion

L’effetto acqua di Compiz-Fusion, in esecuzione su Ubuntu 10.10.

Il desktop di Ubuntu 10.10 Maverick Meerkat

Schermata di Ubuntu 12.10

Ubuntu è una distribuzione Linux basata sull’ambiente desktop GNOME e l’interfaccia utente Unity. È progettata per fornire un’interfaccia semplice, intuitiva e allo stesso tempo completa e potente. I punti di forza di questa distribuzione sono l’estrema semplicità di utilizzo, l’ottimo riconoscimento e supporto dell’hardware, il vasto parco software costantemente aggiornato e una serie di strumenti di gestione grafici che la rendono improntata verso l’ambiente desktop. È corredata da un’ampia gamma di applicazioni libere. Esistono vari strumenti di amministrazione del sistema, ed è possibile gestirli sia separatamente che in maniera centralizzata con l’Ubuntu Control Center[28], paragonabile al pannello di controllo Windows o al Mandriva Linux Control Center o a YaST di OpenSUSE.

La versione desktop è stata realizzata per rispondere alle più frequenti necessità di un utente medio, quali navigazione in Internet, gestione dei documenti e delle immagini, svago e comunicazione.

Applicazioni

Il sistema operativo comprende una suite da ufficio (LibreOffice) per creare e stampare documenti o presentazioni, un internet browser (Mozilla Firefox) per navigare su internet, un clientBitTorrent (Transmission), un client email (Mozilla Thunderbird), un client di messaggistica istantanea (Empathy), un gestore delle fotografie (Shotwell), un riproduttore musicale (Rhythmbox), un client per microblogging (Gwibber) e uno strumento per i backup (Déjà Dup). Inoltre offre funzioni più basilari come un editor di testi (gedit), un visualizzatore di documenti PDF (Evince), un lettore multimediale (Totem), un programma per la masterizzazione di CD e DVD (Brasero) e una serie di semplici giochi.

È possibile scaricare ed installare gratuitamente e senza alcuna procedura di configurazione oltre 30.000 pacchetti software liberi dell’universo Linux, tramite il semplice ed intuitivo Ubuntu Software Center, tra cui programmi come VLC media playerInkscape (grafica vettoriale), GIMP (fotoritocco), Pidgin (chat), Blender (grafica 3D), Bluefish (editor HTML), KompoZer (WYSIWYG) e molti altri. Da dicembre del 2011 è possibile cercare i programmi contenuti nei repository ufficiali di Ubuntu ed installarli direttamente dal web, avviando un’istanza di Ubuntu Software Center.

Abilitando i repository partner è possibile scaricare ed installare una serie di applicativi con licenza proprietaria come SkypeSteamAdobe Reader e molti altri.

Sul sito ufficiale è disponibile una lista di applicazioni che possono rimpiazzare software proprietari usati su altri sistemi operativi, come ad esempio Microsoft Office o Adobe Photoshop.

Localizzazione

La distribuzione è tradotta in quasi tutte le lingue occidentali (tra cui l’italiano), orientali e africane. In totale si contano oltre 40 localizzazioni.

La traduzione può essere carente su alcuni pacchetti minori oppure può non essere inclusa nel CD di installazione per motivi di spazio. Questo avviene correntemente nella versione italiana in cui l’ambiente rimane parzialmente tradotto. Per completare la localizzazione occorre installare un pacchetto di traduzione[38]. Se si installa da Live CD, i pacchetti di traduzione nella lingua prescelta al momento dell’avvio vengono installati automaticamente durante l’installazione, posto che sia rilevata una connessione internet funzionante. È inoltre possibile scaricare una versione DVD del sistema operativo contenente tutte le localizzazioni disponibili, ovviando quindi la necessità di ottenerle via download (utile per i computer che non dispongono di una connessione alla rete).

Accessibilità

Per quanto attiene all’accessibilità, Ubuntu permette a persone con abilità diverse (per età, cultura o condizione fisica) di usare:

Queste caratteristiche possono essere abilitate sulla versione desktop di Ubuntu.

Aggiornamenti

Ubuntu Software Centre in esecuzione su Ubuntu 12.10.

I programmi installati vengono gestiti attraverso un sistema centralizzato, detto gestione dei pacchetti, tipica di un sistema operativo Linux. Nello specifico Ubuntu utilizza APT, anch’esso “ereditato” da Debian. Per l’utente questo sistema è trasparente. Esso tiene traccia delle nuove versioni disponibili per ogni programma installato e li aggiorna di conseguenza.

Dopo l’aggiornamento non è necessario riavviare il computer, fatta eccezione per eventuali modifiche al kernel (il cuore del sistema operativo).

Sicurezza

Una caratteristica di Ubuntu, dovuta all’architettura Linux, è la sua resistenza a programmi dannosi come virusadwarespyware o malware. L’architettura di un sistema operativo Linux lascia, infatti, poca o nessuna libertà d’azione ad un programma nocivo. Anche se un programma nocivo sfruttasse una falla, l’architettura del sistema operativo ne impedirebbe l’utilizzo, almeno nella stragrande maggioranza dei casi, e il danno rimarrebbe circoscritto nell’home directory dell’utente che ha causato il danno.

Inoltre questi programmi dannosi sono generalmente sviluppati per Microsoft Windows, che dispone di una più ampia diffusione.

L’utente utilizza un account con permessi limitati. Questo riduce la pericolosità dei programmi installati.Per eseguire compiti amministrativi viene richiesta la propria password per confermare l’operazione.

Scegliendo applicazioni libere dai repository ufficiali è impossibile trovare applicazioni malware, dato che l’eventuale codice nocivo verrebbe notato e subito eliminato. Ubuntu è, inoltre, distribuito con un firewall software, Uncomplicated Firewall, che permette di discriminare gli accessi dall’esterno.

Stabilità

Ubuntu è basato sul kernel Linux che ha raggiunto da tempo una fase di stabilità. L’utilizzo di questo sistema operativo ha numerosi vantaggi dal punto di vista dell’archiviazione. Ad esempio non soffre di problemi di frammentazione del file system. Tramite la gestione modulare del software l’installazione o la disinstallazione di applicazioni non intaccano un registro di sistema, che rende un piccolo vantaggio nelle prestazioni. Il blocco di un’applicazione, nella maggior parte dei casi, non blocca l’intero sistema.

Come tutti i sistemi operativi, anche al momento del rilascio Ubuntu presenta un certo numero di bug, che vengono via via risolti seguendo uno schema che va dalla segnalazione del problema fino alla sua risoluzione da parte degli sviluppatori.

Requisiti di sistema

Ubuntu supporta ufficialmente le piattaforme x86AMD64 ed EM64T. Il supporto ufficiale della piattaforma PowerPC è stato interrotto a partire dalla versione 7.04, così come quello per leUltraSPARC (dalla versione 8.04 LTS) e affidati al supporto volontario della community. La versione 12.04 di Ubuntu supporta anche l’architettura ARM.

Versione/Edizione CPU Disco rigido RAM Scheda video
Minimo Raccomandato Minimo Raccomandato Minimo Raccomandato Minimo Raccomandato
Ubuntu Desktop 12.04 LTS 300 MHz 700 MHz 1 GB 5 GB 384 MB 512 MB VGA 640×480 VGA 1024×768
Ubuntu Desktop 11.10 300 MHz 1 GHz 1 GB 5 GB 64 MB 512 MB VGA 640×480 VGA 800×600
Ubuntu Server 10.04 LTS 300 MHz 1 GB 128 MB VGA 640×480

In base al tipo di installazione è richiesta anche una connessione ad internet, oppure un lettore CD oppure una scheda madre in grado di far avviare un sistema da chiave USB. La presenza di un processore 64 bit potrebbe richiedere requisiti superiori. In generale inoltre è raccomandata anche la disponibilità di una connessione internet in modo tale da permettere di scaricare gli ultimi aggiornamenti nelle fasi finali dell’installazione[55]. Una scheda video conaccelerazione 3D è necessaria invece per l’interfaccia utente Unity, anche se è possibile utilizzarne una sua versione 2D. Infine, per i computer più datati, è anche disponibile una installazione minima del sistema Ubuntu, anche senza alcun desktop grafico.

Installazione

Il CD di Ubuntu 10.04

Il CD di Ubuntu 8.10

Per installare Ubuntu su un computer è necessario scaricare e masterizzare l’immagine iso della versione desiderata. Fino al 2011 era possibile anche farsi inviare il CD a casa gratuitamente tramite il servizio ShipIt. Il CD di Ubuntu è presente in tre versioni:

  • CD versione Desktop (un live CD, raccomandato all’utente medio);
  • CD versione Alternate (per PC con meno di 256 MB di RAM), non più supportata dopo Ubuntu 12.10;
  • CD versione Server (solo interfaccia a riga di comando).

Tutti questi CD, oltre alla versione DVD (contenente tutti i pacchetti di tutti i componenti), si possono scaricare dal sito ufficiale oppure attraverso la rete p2p BitTorrent.

Dal sito ufficiale è possibile scaricare anche l’immagine mini.iso, con cui masterizzare un disco contenente solo il software necessario per avviare il download e l’installazione della distribuzione da Internet. Come il CD Alternate, il CD minimale offre solo l’installazione con interfaccia testuale.

Con il DVD ed il CD versione Desktop, l’installazione avviene in maniera grafica (se si dispone di almeno 320 MB di RAM)[59] anche su un computer con un sistema operativo già presente (indual boot), ridimensionando la partizione originale senza perdita di dati. L’installazione avviene con istruzioni in italiano. Durante l’installazione si crea un utente che può amministrare il sistema diventando temporaneamente superutente (detto anche root) inserendo la propria password. Una delle promesse della distribuzione è di avere un sistema desktop pronto all’uso in 25 minuti.

Durante l’installazione su un computer in dual boot, è possibile migrare il proprio profilo utente. Si possono importare tutti i dati presenti, compresi segnalibri di Internet Explorer o Mozilla Firefoxdocumentimusica e altro.

ShipIt

ShipIt è stato un servizio nato nel 2005della Canonical che permetteva l’invio postale del CD/DVD di installazione di Ubuntu a casa dell’utente, ovunque nel mondo. Originariamente gratuito, in seguito al crescente successo della distribuzione, Canonical decise di rendere questo servizio a pagamento, con costi molto contenuti, per l’utenza comune. Tuttavia la gratuità del servizio viene mantenuta per i LoCo Team (team nazionali di supporto, sviluppo e assistenza di Ubuntu), i contributori e ad altre particolari utenze. Il servizio, inizialmente, è stato pensato per chi non avesse una connessione Internet o per chi volesse i CD con le serigrafie originali.

Dalla versione 11.04, Natty Narwhal, Canonical ha sospeso il servizio ShipIt. I cd verranno ancora inviati alle LoCo e venduti nello store di Canonical mentre le ISO rimarranno liberamente scaricabili[61].

Wubi

A partire dalla versione 8.04 di Ubuntu sul CD Desktop è stata prevista la presenza di Wubi. Questo programma permette l’installazione di Ubuntu sotto Microsoft Windows senza alterare lepartizioni e senza intaccare i dati dell’utente. Questo permette all’utente abituato a Windows di provare Ubuntu in un ambiente a lui familiare e testarne le caratteristiche.

Wubi necessita di un computer con almeno 256 MB di RAM, un processore da almeno 1 GHz e almeno 5 GB di spazio su disco fisso.

A partire dalla versione 12.04 Wubi verrà rimosso dall’installazione standard e i relativi pacchetti verranno spostati nei repository Universe e quindi non verranno più supportati direttamente da Canonical ma affidati alla comunità.

Wubi non è al momento funzionante su macchine dotate del sistema UEFI, e per questo non sarà compatibile con la release 13.04 Raring Ringtal.

Ubuntu Live USB creator

Ubuntu Live USB creator è un programma per creare Live USB di Ubuntu da un’immagine ISO. Lo strumento è incluso nel repository a partire dalla versione Ubuntu 8.10 Quest’innovazione non è di poco conto se si considera che – creando una Ubuntu Live via USB – è possibile installare Ubuntu in un computer privo di lettore CD come i netbook.

Inoltre una chiavetta USB ha il vantaggio di essere molto più veloce nel leggere e scrivere dati, rendendo l’installazione un processo ancora più rapido.

Sviluppo del progetto

Nell’aprile del 2004Mark Shuttleworth riunì un gruppo di programmatori per creare una nuova distribuzione Linux. Il progetto prevedeva, tra i punti chiave, che:

  • ogni utente deve avere la possibilità di eseguire, studiare, modificare, personalizzare e distribuire il proprio sistema operativo senza dover pagare costi di licenza;
  • ogni utente deve poter usare il proprio sistema operativo nella propria lingua;
  • anche se disabile l’utente deve essere in grado di operare con il proprio computer.

Il progetto doveva essere realizzato tramite:

Il 1º bug di Ubuntu

Nell’agosto del 2004Mark Shuttleworth, su Launchpad, ha scherzosamente “scoperto” un bug fondamentale in Ubuntu, alla cui risoluzione si dovrebbe dedicare ogni energia:

(EN) « Microsoft has a majority market share in the new desktop PC marketplace. This is a bug, which Ubuntu is designed to fix. » (IT) « Microsoft ha la fetta più grossa del mercato dei nuovi PC desktop. Questo è un bug, e Ubuntu è concepito per risolverlo. »
(Mark Shuttleworth)

Questa affermazione semiseria è uno degli obiettivi della distribuzione: creare un sistema libero e gratuito che possa sostituire o quantomeno ridurre l’uso di sistemi operativi proprietari, come Microsoft Windows o Mac OS X. Il bug è stato ironicamente segnalato come critico e confermato (ossia riproducibile).

Il rapporto con Debian

A differenza di altri precedenti fork di Debian, come MEPISXandrosLinspireProgeny e Libranet che usano codice proprietario o chiuso in alcune parti, il modello scelto da Ubuntu è di usare il più possibile software libero (per avere esclusivamente software libero esistono due fork non ufficiali chiamati Trisquel e gNewSense, supportati dalla Free Software Foundation).

pacchetti di Ubuntu derivano generalmente dal ramo instabile di Debian, usando per la loro installazione strumenti come APT o Synaptic. La pubblicazione cadenzata ogni 6 mesi di una nuova versione di Ubuntu è utile per avere un sistema desktop molto aggiornato ma con una fase di collaudo relativamente breve viste le scadenze di sviluppo e pubblicazione molto ravvicinate. La versione stabile di Debian invece ha tempi molto più lunghi, con lunghe fasi di test che le permettono di avere pubblicazioni dalla stabilità comprovata, necessaria soprattutto per la sua applicazione in ambito server.

Ubuntu coopera, fino a un certo livello, anche con lo sviluppo di Debian apportando correzioni a vari bug e aggiungendo nuove funzionalità. Ci sono state comunque delle critiche sul volume di questi rapporti e sulla incompatibilità binaria di alcuni pacchetti tra Debian e Ubuntu.

Dalla versione 6.10 (Edgy Eft) Ubuntu ha ereditato da Debian la sua shell, ossia la Dash (acronimo di Debian Almquist shell), sostituendola alla shell predefinita per gli script (/bin/sh).

Storia

La prima pubblicazione di questo sistema operativo avvenne il 20 ottobre 2004[6] da un fork di Debian, dopo che Mark Shuttleworth riunì un gruppo di programmatori per creare una nuova distribuzione Linux.

Il 1º luglio 2005 è nata la Fondazione Ubuntu con un fondo iniziale di 10 milioni di dollari USA,[11] il cui scopo è lo sviluppo della distribuzione nel caso in cui Canonical Ltd dovesse cessare le attività[12]. La fondazione è al momento dormiente.[13]

La distribuzione nel corso degli anni e delle versioni ha subito grossi cambiamenti: con la versione di Ubuntu dell’aprile 2011 è stata introdotta nella versione desktop la nuova interfaccia grafica Unity, sviluppata appositamente per Ubuntu. Tale introduzione suscitò aspre critiche all’interno della comunità.

Nel gennaio 2012 Canonical Ltd. ha annunciato e presentato al Consumer Electronics Show la creazione di una versione di Ubuntu per smart TV che vedrà la luce nel 2012.[14][15] Un mese dopo è stata annunciata una versione di Ubuntu per smartphone Android.[16]

Il 2 gennaio 2013 è stato presentato Ubuntu Touch, una versione di Ubuntu ottimizzata per gli smartphone[17] mentre il 19 febbraio dello stesso anno è stata presentata la stessa versione per i tablet. Il 7 febbraio 2013 Canonical ha dichiarato che il primo smartphone con Ubuntu Touch sarà rilasciato in ottobre 2013.[18] È stato inoltre dichiarato che il sistema è progettato in modo da non fare completo affidamento sulla macchina virtuale Java, com’è invece perAndroid, anch’esso sviluppato a partire dal kernel Linux.[18]

Nel marzo 2013, Canonical ha annunciato che un nuovo server grafico, chiamato Mir, verrà usato al posto di Wayland,[19] dopo che nel 2010 Mark Shuttleworth aveva annunciato i piani di una eventuale sostituzione di X a favore diWayland come principale server grafico di Ubuntu.[20] Mir sarà usato su Ubuntu sia sui computer sia su tablet e smartphone, all’interno del progetto Ubuntu Touch.

A fine marzo 2013 viene siglato un patto tra Canonical e il Ministero dell’Industria e delle Tecnologie dell’Informazione della Cina per lo sviluppo di Kylin, una distribuzione basata su Ubuntu adattata per la Cina.

Schermata di Ubuntu 12.10

Ubuntu è una distribuzione Linux basata sull’ambiente desktop GNOME e l’interfaccia utente Unity. È progettata per fornire un’interfaccia semplice, intuitiva e allo stesso tempo completa e potente. I punti di forza di questa distribuzione sono l’estrema semplicità di utilizzo, l’ottimo riconoscimento e supporto dell’hardware, il vasto parco software costantemente aggiornato e una serie di strumenti di gestione grafici che la rendono improntata verso l’ambiente desktop. È corredata da un’ampia gamma di applicazioni libere. Esistono vari strumenti di amministrazione del sistema, ed è possibile gestirli sia separatamente che in maniera centralizzata con l’Ubuntu Control Center[28], paragonabile al pannello di controllo Windows o al Mandriva Linux Control Center[28] o a YaST di OpenSUSE.

La versione desktop è stata realizzata per rispondere alle più frequenti necessità di un utente medio, quali navigazione in Internet, gestione dei documenti e delle immagini, svago e comunicazione.

Applicazioni

Il sistema operativo comprende una suite da ufficio (LibreOffice) per creare e stampare documenti o presentazioni, un internet browser (Mozilla Firefox) per navigare su internet, un clientBitTorrent (Transmission), un client email (Mozilla Thunderbird), un client di messaggistica istantanea (Empathy), un gestore delle fotografie (Shotwell), un riproduttore musicale (Rhythmbox), un client per microblogging (Gwibber) e uno strumento per i backup (Déjà Dup). Inoltre offre funzioni più basilari come un editor di testi (gedit), un visualizzatore di documenti PDF (Evince), un lettore multimediale (Totem), un programma per la masterizzazione di CD e DVD (Brasero) e una serie di semplici giochi[29].

È possibile scaricare ed installare gratuitamente e senza alcuna procedura di configurazione oltre 30.000 pacchetti software liberi dell’universo Linux, tramite il semplice ed intuitivo Ubuntu Software Center, tra cui programmi come VLC media playerInkscape (grafica vettoriale), GIMP (fotoritocco), Pidgin (chat), Blender (grafica 3D), Bluefish (editor HTML), KompoZer (WYSIWYG) e molti altri[30][31]. Da dicembre del 2011 è possibile cercare i programmi contenuti nei repository ufficiali di Ubuntu ed installarli direttamente dal web, avviando un’istanza di Ubuntu Software Center[32][33].

Abilitando i repository partner è possibile scaricare ed installare una serie di applicativi con licenza proprietaria come SkypeSteamAdobe Reader e molti altri.

Sul sito ufficiale è disponibile una lista di applicazioni che possono rimpiazzare software proprietari usati su altri sistemi operativi, come ad esempio Microsoft Office o Adobe Photoshop[34][35].

Localizzazione

La distribuzione è tradotta in quasi tutte le lingue occidentali (tra cui l’italiano), orientali e africane[36]. In totale si contano oltre 40 localizzazioni.

La traduzione può essere carente su alcuni pacchetti minori oppure può non essere inclusa nel CD di installazione per motivi di spazio. Questo avviene correntemente nella versione italiana in cui l’ambiente rimane parzialmente tradotto. Per completare la localizzazione occorre installare un pacchetto di traduzione[38]. Se si installa da Live CD, i pacchetti di traduzione nella lingua prescelta al momento dell’avvio vengono installati automaticamente durante l’installazione, posto che sia rilevata una connessione internet funzionante. È inoltre possibile scaricare una versione DVD del sistema operativo contenente tutte le localizzazioni disponibili, ovviando quindi la necessità di ottenerle via download (utile per i computer che non dispongono di una connessione alla rete).

Accessibilità

Per quanto attiene all’accessibilità, Ubuntu permette a persone con abilità diverse (per età, cultura o condizione fisica) di usare:

Queste caratteristiche possono essere abilitate sulla versione desktop di Ubuntu.

Aggiornamenti

Ubuntu Software Centre in esecuzione su Ubuntu 12.10.

I programmi installati vengono gestiti attraverso un sistema centralizzato, detto gestione dei pacchetti, tipica di un sistema operativo Linux. Nello specifico Ubuntu utilizza APT, anch’esso “ereditato” da Debian. Per l’utente questo sistema è trasparente. Esso tiene traccia delle nuove versioni disponibili per ogni programma installato e li aggiorna di conseguenza.

Dopo l’aggiornamento non è necessario riavviare il computer, fatta eccezione per eventuali modifiche al kernel (il cuore del sistema operativo).

Sicurezza

Una caratteristica di Ubuntu, dovuta all’architettura Linux, è la sua resistenza a programmi dannosi come virusadwarespyware o malware. L’architettura di un sistema operativo Linux lascia, infatti, poca o nessuna libertà d’azione ad un programma nocivo. Anche se un programma nocivo sfruttasse una falla, l’architettura del sistema operativo ne impedirebbe l’utilizzo, almeno nella stragrande maggioranza dei casi, e il danno rimarrebbe circoscritto nell’home directory dell’utente che ha causato il danno[40].

Inoltre questi programmi dannosi sono generalmente sviluppati per Microsoft Windows, che dispone di una più ampia diffusione[41][42].

L’utente utilizza un account con permessi limitati. Questo riduce la pericolosità dei programmi installati[43] Per eseguire compiti amministrativi viene richiesta la propria password per confermare l’operazione.

Scegliendo applicazioni libere dai repository ufficiali è impossibile trovare applicazioni malware, dato che l’eventuale codice nocivo verrebbe notato e subito eliminato. Ubuntu è, inoltre, distribuito con un firewall software, Uncomplicated Firewall, che permette di discriminare gli accessi dall’esterno.

Stabilità

Ubuntu è basato sul kernel Linux che ha raggiunto da tempo una fase di stabilità. L’utilizzo di questo sistema operativo ha numerosi vantaggi dal punto di vista dell’archiviazione. Ad esempio non soffre di problemi di frammentazione del file system. Tramite la gestione modulare del software l’installazione o la disinstallazione di applicazioni non intaccano un registro di sistema, che rende un piccolo vantaggio nelle prestazioni. Il blocco di un’applicazione, nella maggior parte dei casi, non blocca l’intero sistema.

Come tutti i sistemi operativi, anche al momento del rilascio Ubuntu presenta un certo numero di bug, che vengono via via risolti seguendo uno schema che va dalla segnalazione del problema fino alla sua risoluzione da parte degli sviluppatori.

Requisiti di sistema

Ubuntu supporta ufficialmente le piattaforme x86AMD64 ed EM64T. Il supporto ufficiale della piattaforma PowerPC è stato interrotto a partire dalla versione 7.04[ così come quello per le UltraSPARC (dalla versione 8.04 LTS) e affidati al supporto volontario della community. La versione 12.04 di Ubuntu supporta anche l’architettura ARM.

Versione/Edizione CPU Disco rigido RAM Scheda video
Minimo Raccomandato Minimo Raccomandato Minimo Raccomandato Minimo Raccomandato
Ubuntu Desktop 12.04 LTS[48][49] 300 MHz 700 MHz 1 GB 5 GB 384 MB 512 MB VGA 640×480 VGA 1024×768
Ubuntu Desktop 11.10[50][51][52] 300 MHz 1 GHz 1 GB 5 GB 64 MB 512 MB VGA 640×480 VGA 800×600
Ubuntu Server 10.04 LTS[53][54] 300 MHz 1 GB 128 MB VGA 640×480

In base al tipo di installazione è richiesta anche una connessione ad internet, oppure un lettore CD oppure una scheda madre in grado di far avviare un sistema da chiave USB. La presenza di un processore 64 bit potrebbe richiedere requisiti superiori. In generale inoltre è raccomandata anche la disponibilità di una connessione internet in modo tale da permettere di scaricare gli ultimi aggiornamenti nelle fasi finali dell’installazione[55]. Una scheda video conaccelerazione 3D è necessaria invece per l’interfaccia utente Unity, anche se è possibile utilizzarne una sua versione 2D. Infine, per i computer più datati, è anche disponibile una installazione minima del sistema Ubuntu, anche senza alcun desktop grafico[56].

Installazione

Il CD di Ubuntu 10.04

Il CD di Ubuntu 8.10

Per installare Ubuntu su un computer è necessario scaricare e masterizzare l’immagine iso della versione desiderata. Fino al 2011 era possibile anche farsi inviare il CD a casa gratuitamente tramite il servizio ShipIt. Il CD di Ubuntu è presente in tre versioni:

  • CD versione Desktop (un live CD, raccomandato all’utente medio);
  • CD versione Alternate (per PC con meno di 256 MB di RAM), non più supportata dopo Ubuntu 12.10;
  • CD versione Server (solo interfaccia a riga di comando).

Tutti questi CD, oltre alla versione DVD (contenente tutti i pacchetti di tutti i componenti), si possono scaricare dal sito ufficiale oppure attraverso la rete p2p BitTorrent.

Dal sito ufficiale è possibile scaricare anche l’immagine mini.iso, con cui masterizzare un disco contenente solo il software necessario per avviare il download e l’installazione della distribuzione da Internet. Come il CD Alternate, il CD minimale offre solo l’installazione con interfaccia testuale.

Con il DVD ed il CD versione Desktop, l’installazione avviene in maniera grafica (se si dispone di almeno 320 MB di RAM) anche su un computer con un sistema operativo già presente (indual boot), ridimensionando la partizione originale senza perdita di dati. L’installazione avviene con istruzioni in italiano. Durante l’installazione si crea un utente che può amministrare il sistema diventando temporaneamente superutente (detto anche root) inserendo la propria password. Una delle promesse della distribuzione è di avere un sistema desktop pronto all’uso in 25 minuti[60].

Durante l’installazione su un computer in dual boot, è possibile migrare il proprio profilo utente. Si possono importare tutti i dati presenti, compresi segnalibri di Internet Explorer o Mozilla Firefoxdocumentimusica e altro.

ShipIt

ShipIt è stato un servizio nato nel 2005 della Canonical che permetteva l’invio postale del CD/DVD di installazione di Ubuntu a casa dell’utente, ovunque nel mondo. Originariamente gratuito, in seguito al crescente successo della distribuzione, Canonical decise di rendere questo servizio a pagamento, con costi molto contenuti, per l’utenza comune. Tuttavia la gratuità del servizio viene mantenuta per i LoCo Team (team nazionali di supporto, sviluppo e assistenza di Ubuntu), i contributori e ad altre particolari utenze. Il servizio, inizialmente, è stato pensato per chi non avesse una connessione Internet o per chi volesse i CD con le serigrafie originali.

Dalla versione 11.04, Natty Narwhal, Canonical ha sospeso il servizio ShipIt. I cd verranno ancora inviati alle LoCo e venduti nello store di Canonical mentre le ISO rimarranno liberamente scaricabili.

Wubi

A partire dalla versione 8.04 di Ubuntu sul CD Desktop è stata prevista la presenza di Wubi. Questo programma permette l’installazione di Ubuntu sotto Microsoft Windows senza alterare lepartizioni e senza intaccare i dati dell’utente. Questo permette all’utente abituato a Windows di provare Ubuntu in un ambiente a lui familiare e testarne le caratteristiche.

Wubi necessita di un computer con almeno 256 MB di RAM, un processore da almeno 1 GHz e almeno 5 GB di spazio su disco fisso.

A partire dalla versione 12.04 Wubi verrà rimosso dall’installazione standard e i relativi pacchetti verranno spostati nei repository Universe e quindi non verranno più supportati direttamente da Canonical ma affidati alla comunità.

Wubi non è al momento funzionante su macchine dotate del sistema UEFI, e per questo non sarà compatibile con la release 13.04 Raring Ringtal.

Ubuntu Live USB creator

Ubuntu Live USB creator è un programma per creare Live USB di Ubuntu da un’immagine ISO. Lo strumento è incluso nel repository a partire dalla versione Ubuntu 8.10. Quest’innovazione non è di poco conto se si considera che – creando una Ubuntu Live via USB – è possibile installare Ubuntu in un computer privo di lettore CD come i netbook.

Inoltre una chiavetta USB ha il vantaggio di essere molto più veloce nel leggere e scrivere dati, rendendo l’installazione un processo ancora più rapido.

Sviluppo del progetto

Nell’aprile del 2004Mark Shuttleworth riunì un gruppo di programmatori per creare una nuova distribuzione Linux. Il progetto prevedeva, tra i punti chiave, che:

  • ogni utente deve avere la possibilità di eseguire, studiare, modificare, personalizzare e distribuire il proprio sistema operativo senza dover pagare costi di licenza;
  • ogni utente deve poter usare il proprio sistema operativo nella propria lingua;
  • anche se disabile l’utente deve essere in grado di operare con il proprio computer.

Il progetto doveva essere realizzato tramite:

Il 1º bug di Ubuntu

Nell’agosto del 2004Mark Shuttleworth, su Launchpad, ha scherzosamente “scoperto” un bug fondamentale in Ubuntu, alla cui risoluzione si dovrebbe dedicare ogni energia:

(EN) « Microsoft has a majority market share in the new desktop PC marketplace. This is a bug, which Ubuntu is designed to fix. » (IT) « Microsoft ha la fetta più grossa del mercato dei nuovi PC desktop. Questo è un bug, e Ubuntu è concepito per risolverlo. »
(Mark Shuttleworth[71])

Questa affermazione semiseria è uno degli obiettivi della distribuzione: creare un sistema libero e gratuito che possa sostituire o quantomeno ridurre l’uso di sistemi operativi proprietari, come Microsoft Windows o Mac OS X. Il bug è stato ironicamente segnalato come critico e confermato (ossia riproducibile).

Il rapporto con Debian

A differenza di altri precedenti fork di Debian, come MEPISXandrosLinspireProgeny e Libranet che usano codice proprietario o chiuso in alcune parti, il modello scelto da Ubuntu è di usare il più possibile software libero (per avere esclusivamente software libero esistono due fork non ufficiali chiamati Trisquel e gNewSense, supportati dalla Free Software Foundation).

pacchetti di Ubuntu derivano generalmente dal ramo instabile di Debian, usando per la loro installazione strumenti come APT o Synaptic. La pubblicazione cadenzata ogni 6 mesi di una nuova versione di Ubuntu è utile per avere un sistema desktop molto aggiornato ma con una fase di collaudo relativamente breve viste le scadenze di sviluppo e pubblicazione molto ravvicinate. La versione stabile di Debian invece ha tempi molto più lunghi, con lunghe fasi di test che le permettono di avere pubblicazioni dalla stabilità comprovata, necessaria soprattutto per la sua applicazione in ambito server.

Ubuntu coopera, fino a un certo livello, anche con lo sviluppo di Debian apportando correzioni a vari bug e aggiungendo nuove funzionalità Ci sono state comunque delle critiche sul volume di questi rapporti e sulla incompatibilità binaria di alcuni pacchetti tra Debian e Ubuntu.

Dalla versione 6.10 (Edgy Eft) Ubuntu ha ereditato da Debian la sua shell, ossia la Dash (acronimo di Debian Almquist shell), sostituendola alla shell predefinita per gli script (/bin/sh).

Versioni

Tre copie di CD della distribuzione.

Una nuova versione di Ubuntu viene pubblicata ogni sei mesi (fino ad ora l’unica eccezione è stata Ubuntu 6.06 che venne pubblicata con 2 mesi di ritardo.

Ogni versione pubblicata ha un nome ufficiale più un nome in codice durante lo sviluppo. Il nome ufficiale è del tipo Ubuntu X.YY, dove X è l’anno di pubblicazione e YY il mese (ad esempio 8.04 per aprile 2008). Il nome in codice durante lo sviluppo descrive le caratteristiche e il carattere che tale versione dovrà rispecchiare. Il nome in codice è del tipo aggettivo animale, con le stesse lettere iniziali in ordine alfabetico crescente. Questa convenzione è maturata solo dopo le prime due versioni.

Il periodo di supporto

Ogni versione ha un supporto ufficiale da parte di Canonical di 18 mesi con patch di sicurezza e aggiornamenti, ad eccezione delle versioni LTS (Long Term Support ossia supporto a lungo termine) che hanno un periodo di supporto esteso.

Una versione LTS riceve un lavoro supplementare di stabilizzazione, raffinamento e traduzione. Queste versioni hanno un periodo di supporto di 5 anni sia per i desktop che per i server(precedentemente alla versione 12.04 LTS il supporto per la versione desktop era di soli 3 anni).L’aggiornamento viene supportato da una versione LTS all’altra. È prevista la pubblicazione di una nuova versione LTS ogni due anni.

Grumpy Groundhog

Nel 2005 è stato avviato il progetto della creazione di un ramo instabile con nome in codice Grumpy Groundhog (Marmotta Bisbetica). Nelle intenzioni, questo ramo servirebbe per vari test e per aggiungere nuove funzionalità, catturando il codice direttamente dal sistema di controllo versione dei vari programmi e applicazioni che fanno parte di Ubuntu.

Questo permetterebbe a sviluppatori o ad appassionati di avere una versione con tutti gli ultimissimi aggiornamenti, senza dover compilare da soli i pacchetti e fornendo così informazioni sulla stabilità degli stessi nelle varie architetture.

Il team di sviluppo dovrebbe eseguire un merge con Debian ogni sei mesi. Questa particolare versione non è mai stata resa disponibile al pubblico ed il progetto stesso è da tempo in stallo.

Edizioni

Uno screenshot della nuova edizione di Ubuntu TV, dedicata alle televisioni di nuova generazione.

Ubuntu è distribuito ufficialmente da Canonical e dalla Community in una serie di edizioni, differenziate sulla base dell’hardware e del tipo di funzionalità maggiori richieste dagli utenti:

  • Ubuntu Business Desktop Remix, una release intesa per gli utenti business che include software enterprise come Adobe Flash, Canonical Landscape, OpenJDK 6 e VMware View, mentre rimuove i programmi di social networking, di file sharing e di gioco.
  • Ubuntu Desktop, disegnata per i computer desktop e i laptop. Questa edizione include a partire dalla versione 11.04 anche quella netbook, pubblicata fino alla fine del 2010 e caratterizzata dal desktop Unity, ora presente di default sulla edizione desktop.
  • Ubuntu per Android, versione di Ubuntu sotto sviluppo per gli smartphone Android.
  • Ubuntu Touch, un sistema operativo per smartphone e tablet sviluppato da Canonical come parte integrante del sistema desktop Ubuntu e presentato il 2 gennaio 2013.
  • Ubuntu Server, costruita per essere installata nei server. In questa edizione sono assenti di default le interfacce grafiche, come Unity, GNOME o KDE, ma include invece pacchetti software come Apache 2 o BIND].
  • Ubuntu TV, edizione intesa per le TV di nuova generazione, con maggiori potenze computazionali che permettano l’installazione di un sistema Ubuntu specializzato nell’interfaccia e nella compatibilità hardware. Orientata all’integrazione fra l’utente, la TV e gli altri dispositivi mobili.

I componenti, o repository, ufficiali

In Synaptic, il gestore dei pacchetti in dotazione di Ubuntu, i pacchetti del gruppo Main vengono contrassegnati con il logo di Ubuntu.

Tutto il software liberamente installabile su Ubuntu viene diviso in quattro grandi componenti (anche detti repository, in pratica una divisione in categorie). Questi componenti sono gestiti dagli sviluppatori e permettono l’installazione di software partendo da un unico sito sicuro, senza dover cercare su internet.

Vengono anche chiamati Sorgenti Software e servono anche a evidenziare le differenze a livello di licenze e supporto disponibili. I componenti ufficiali di Ubuntu sono MainRestrictedUniverseMultiverse (rispettivamente PrincipaleRistrettoUniverso e Multiverso).

Una installazione classica include pacchetti appartenenti solo ai componenti Main e Restricted. Per installare gli altri componenti basta selezionarli nelle preferenze dei Sorgenti Software.

Main

In questo componente è incluso solo software libero ed è pienamente supportato dal team di sviluppo.

Il software incluso risponde ai requisiti di licenza di Ubuntu; usano quindi una licenza libera approvata dalla Free Software Foundation. Viene garantito il supporto tecnico e gli aggiornamenti di sicurezza per tutto il periodo di supporto della versione.

Il componente Main può comunque contenere firmware e font, utilizzati dai software liberi di Main, che non possono essere modificati senza il permesso dei loro autori. Viene comunque garantita la redistribuzione di ciò che è compreso in Main.

Restricted

Nel componente sono presenti programmi e funzionalità molto usate ma non disponibili con una licenza pienamente libera. Nella maggior parte dei casi si tratta di software proprietario, come i driver per schede video o per altro tipo dihardware. Il team di sviluppo può non fornire un pieno supporto data l’assenza del codice sorgente.

Universe

Questo componente include la maggior parte dei programmi liberi in circolazione, con diversi tipi di licenza, che però non viene supportato direttamente dal team di Ubuntu. Lo scopo di questo componente è fornire un facile accesso alsoftware libero senza costringere l’utente a eseguire ricerche su Internet o compilare il codice sorgente.

Se un programma trova gradimento presso l’utenza il team può decidere di spostarlo e supportarlo nel componente Main nella versione successiva di Ubuntu.

Multiverse

Componente che raccoglie software non libero, detto non-free, come il plugin per Adobe Flash o il supporto mp3, che non viene supportato dal team di sviluppo.

Dato che questi plugin sono sviluppati senza il regolare pagamento delle licenze dei produttori che detengono i diritti dei relativi formati (come nel caso del plugin mp3, che viene sviluppato gratuitamente, violando quindi la licenza commerciale Fraunhofer sul formato mp3), all’installazione di uno di tali plugin l’utente viene avvisato dell’eventualità che la legislazione del proprio paese possa proibire l’uso di tale software, in quanto formalmente illegale causa violazione di licenze proprietarie.

Distribuzioni derivate

CD ufficiali di Ubuntu, Kubuntu edEdubuntu nella versione 7.10 (del 2007).

Ci sono diverse distribuzioni derivate da Ubuntu sia ufficiali che non ufficiali. Le varianti derivate da Ubuntu installano una diversa raccolta di pacchetti, e servono a rispondere a bisogni locali che Ubuntu non soddisfa (come una localizzazione, programmi di interesse nazionale o in un ambito specifico)[91].

Ogni variante ufficiale ha comunque la possibilità di installare software incluso in altre varianti semplicemente attingendo ai repository di Ubuntu (ad esempio, Kubuntu può installare pacchetti previsti per Xubuntu). Queste diverse versioni vengono sviluppate da gruppi di programmatori separati che cercano di portare alla distribuzione funzionalità differenti.

Derivate ufficiali

Queste distribuzioni derivate dal progetto Ubuntu sono prodotte da Canonical Ltd., che ne fornisce il supporto:

Derivate riconosciute

Le seguenti derivate sono ufficialmente riconosciute da Canonical dato il loro significativo apporto allo sviluppo di Ubuntu

  • Gobuntu, versione privata di qualsiasi pacchetto proprietario e contenente quindi solo software libero;
  • Ubuntu Studio, versione derivata, riconosciuta e supportata. È rivolta alla produzione multimediale amatoriale e professionale[99];
  • Mythbuntu, derivata pensata per gestire un media center con MythTV, che usa l’ambiente desktop Xfce.[99]

Derivate non ufficiali

Vi sono anche molte varianti non ufficiali che non sono supportate da Canonical e sono generalmente dei fork che nascono e crescono con differenti obiettivi. Hanno in genere dei repository separati da quelli ufficiali di Ubuntu. Eccone alcune:

Creazione di una propria derivata

Con programmi come Ubuntu Customization KitRemastersys oppure Reconstructor si possono creare LiveCD personalizzati di Ubuntu, aggiungendo funzionalità o rimuovendo programmi non utilizzati.

Ubuntu One

Il logo di Ubuntu One

Ubuntu One è un servizio di cloud sviluppato da Canonical con lo scopo di mettere a disposizione degli utenti ad esempio la possibilità di memorizzare e condividere documenti in remoto e di sincronizzare applicazioni utilizzando internet.Il servizio di base è gratuito e limitato a 5GB di spazio libero, inoltre per ogni persona presentata a Ubuntu One mediante il link di affiliazione che ogni utente dispone, è possibile estendere lo spazio gratuito offerto di 500Mb. È possibile anche ottenere maggiore spazio a pagamento. Ubuntu One è disponibile anche per utenti che utilizzano i sistemi Windows e i dispositivi Apple o Android. Una delle critiche che viene mossa a questo servizio consiste nelle licenze non aperte con cui è rilasciata l’interfaccia server.

La comunità

Foto di gruppo dell’UDS per Maverick

Tutti gli utenti possono contribuire a Ubuntu aiutandone lo sviluppo, ad esempio con la segnalazione o la correzione dei bug o proponendo idee o aiutando i nuovi utenti sui forum di supporto. Alcune di queste attività sono sponsorizzate dalla Canonical. Essa infatti coordina la formazione di team nazionali di supporto, sviluppo e assistenza denominati “Local Community Team” (detti anche “LoCo Team”) fornendo materiale, assistenza e hosting gratuito.

Inoltre per pianificare ogni nuova versione viene svolto un incontro tra tutti gli sviluppatori nell’Ubuntu Developer Summit (UDS). Il summit è sempre aperto a tutti ed offre una occasione per una collaborazione fisica anziché online.

Le principali attività per collaborare sono:

  • Sviluppo: nella struttura Launchpad ogni programmatore può inserire caratteristiche o sviluppare il codice di ogni applicazione usando il sistema di controllo delle versioni Bazaar.
  • Documentazione: si possono documentare nella propria lingua le applicazioni attraverso i forum internazionali, locali o attraverso Launchpad (con il progetto Rosetta)[109][110].
  • Traduzione: attraverso i forum internazionali o locali o attraverso Launchpad si può contribuire alla traduzione delle applicazioni.
  • Supporto: i nuovi utenti possono ottenere supporto attraverso Launchpad o sui forum.
  • Nuove idee (Idea Pool): attraverso Launchpad o sul sito internazionale si possono richiedere nuove caratteristiche o richieste particolari su nuove opzioni nelle future versioni di Ubuntu. Gli sviluppatori usano i suggerimenti per progettare le caratteristiche future della distribuzione.Da Febbraio 2008 è stato istituito il sito “Ubuntu brainstorm” che raccoglie le idee, i desideri e i suggerimenti degli utenti del sistema.

Successi

L’utilizzo e la popolarità di Ubuntu sono aumentati stabilmente dal 2004. È stata la distribuzione Linux più visitata su DistroWatch dal 2005 al 2010. Mark Shuttleworth ha affermato che nel 2006 gli utilizzatori di Ubuntu fossero circa 8 milioni nel mondo.

Ubuntu nel 2005 è stata scelta dai lettori come migliore distribuzione nella LinuxWorld Conference and Expo (Esposizione e Conferenza mondiale su Linux) tenutasi a Londra. Ha ricevuto critiche positive da pubblicazioni online e dalla stampa. Ubuntu ha anche vinto nel 2007 l’Infoworld Bossie Award come “miglior sistema operativo open source. Ancora nel 2011 Ubuntu è risultata miglior distribuzione del Readers’ Choice Awards di Linux Journal.

Secondo Canonical alla fine del 2011 Ubuntu è utilizzato da venti milioni di persone sparse in tutto il mondo. Sempre nel 2011 secondo alcune stime, la versione server di Ubuntu ha raggiunto la quota di maggioranza fra le distribuzioni linux nei computer che gestiscono i servizi web, essendo utilizzata dal 4.5% dei mille siti più popolari. A conferma di questo trend, a partire dal 2008, i server dell’infrastruttura di wikipedia sono migrati da Red Hat Linux a Ubuntu, ritenuto più semplice da gestire[132]. Nel 2009 la gendarmeria francese ha deciso di utilizzare Ubuntu al posto di Windows Vista per ottenere un risparmio stimato in 50 milioni di euro.

Il supporto multimediale

L’installazione standard non prevede i codec che permettono all’utente di ascoltare musica Mp3 o vedere un DVD cifrato (come quelli commerciali). La decisione di non includere questi codec è dovuta a vari motivi

  • incertezza sulle licenze del formato Mp3, che imporrebbe un costo per la distribuzione;
  • la volontà di spingere l’utente a utilizzare formati aperti, come l’Ogg Vorbis;
  • incertezze legali, come l’utilizzo, considerato illegale in alcuni stati (per ragioni dovute a presunte violazioni di licenze commerciali), della libreria che permette la visione dei DVD crittati con CSS (non in Italia).

Dalla versione 10.10 Maverick Meerkat è possibile installare i codec direttamente in fase di installazione, selezionando la relativa opzione. Alternativamente, è comunque possibile installare i codec necessari semplicemente installando il pacchetto ubuntu-restricted-extras, compatibilmente con la legislazione locale.

Alcuni produttori, come Dell, hanno deciso di includere nativamente questi codec e librerie nei loro prodotti.

Il supporto hardware

Una delle critiche più forti a Ubuntu, e su Linux in generale, è il limitato supporto per alcuni tipi di hardware, come alcuni modelli di stampanti multifunzionepenne wirelessschede videoscanner e webcam economiche. Inoltre, non sono supportati o necessitano di pesanti lavori di configurazione i cosiddetti softmodem, detti anche “WinModem”. Tale mancanza impedisce l’uso di Internet su Ubuntu nelle zone senza copertura ADSL o GPRS/UMTS/HSDPA. Il problema è comune a tutte le distribuzioni Linux e deriva dal mancato supporto da parte dei costruttori e dei distributori di hardware. Alcuni di essi infatti non forniscono i driver o le specifiche dei loro dispositivi[137][138].

Su sistemi operativi proprietari, come Windows, il sistema si avvale, tipicamente, di driver realizzati dai produttori dei vari dispositivi o, nel caso specifico, da Microsoft. In ambito Linux, invece, molti driver vengono scritti dagli sviluppatori stessi del kernel di Linux o da appartenenti a iniziative Open Source; possono quindi tardare a essere pubblicati e, in alcune occasioni, mancare del tutto. Esistono comunque per alcuni prodotti hardware driver realizzati dal produttore. Sono da rimarcare le differenze di installazione dei driver tra un sistema Linux e un sistema proprietario quale Windows[138]. Mentre un sistema Windows (tipicamente fino a XP/Vista) deve usare i driver forniti dal costruttore del dispositivo, ad esempio su CdRom, in Ubuntu questi driver si possono già trovare nel sistema; il dispositivo viene riconosciuto e utilizzato senza l’intervento dell’utente. Se il driver manca può essere necessario chiedere assistenza sui forum o in rete o al produttore. Alcuni driver per Windows si possono usare su Ubuntu usando un software chiamato NDISwrapper, spesso utilizzato per i dispositivi wireless. In taluni casi si è costretti a non poter utilizzare il dispositivo fino ad un nuovo aggiornamento del kernel Linux il quale, ad ogni versione, aumenta il numero di dispositivi hardware supportati.

Inoltre, Canonical Ltd. ha testato diversi componenti e ha stilato un elenco di quelli compatibili con Ubuntu, creando così due marchi di garanzia, Ubuntu Certificate, usato dai rivenditori, e Ubuntu Ready, usato da Canonical.

Critiche

Il rapporto e la compatibilità con Debian

Molti sviluppatori di Debian si sono risentiti della iniziale mancanza di riferimenti sul sito ufficiale di Ubuntu, nonostante il fatto che i pacchetti di Ubuntu siano per buona parte presi da Debian. Altri sviluppatori lamentarono una certa carenza di informazioni sul software libero. Dopo la segnalazione di queste incongruenze il sito ufficiale riporta per esteso il rapporto tra Ubuntu e Debian. Tale problema è stato risolto.

Una seconda diatriba ancora aperta tra le due distribuzioni è una parziale divergenza di alcuni pacchetti di Ubuntu che, pur utilizzando il formato Deb, non possono essere installati su Debian.

Introduzione di Unity

Screenshot di Unity nella versione di Ubuntu 11.04

Unity è una interfaccia della shell per l’ambiente desktop GNOME introdotta in Ubuntu a partire dalla versione 10.10 dell’edizione netbook e dalla versione 11.04 dell’edizione desktop, con lo scopo di ottenere un uso più efficiente dello spazio anche per le esigenze degli schermi dei netbook dalle dimensioni limitate. Inizialmente questa scelta è stata ampiamente criticata in quanto considerata anti-intuitiva e sgraziata. Successivamente, con la pubblicazione di Ubuntu 12.04 LTS, le critiche sono state più positive e parlano di un Unity maggiormente stabile e migliorato, grazie anche ad una migliore integrazione fra i vari progetti di sviluppo di Ubuntu.

Il 14 gennaio 2011 Canonical ha anche rilasciato una versione 2D di Unity, basata sul framework Qt, per permettere il suo utilizzo anche su hardware privo del necessario supporto 3D.Unity 2D è entrato a far parte di default di Ubuntu a partire dalla versione 11.10. Unity 2D è però stato rimosso a partire dalla versione 12.10, in quanto viene integrato LLVMPipe, che permette a Unity di girare anche su schede grafiche che non supportano l’accelerazione 3D.

L’interfaccia grafica della versione 12.04 ha introdotto alcune novità nell’ambiente Unity, come ad esempio l’Head-up display (HUD). Il HUD è una sovrafinestra sull’interfaccia attivata con il tasto Alt che permette di ricercare rapidamente le funzioni disponibili nel classico menù, senza tuttavia che l’utente conosca la posizione degli elementi e con l’aiuto del completamento automatico. Un’altra nuova caratteristica è la Video Lens (lente video), che permette di ricercare un video in locale o, se la macchina è connessa in rete, su scala mondiale. Infine, Ubuntu Software Centre permette, sempre se connessi alla rete, l’accesso ad un database che contiene migliaia di applicazioni gratuite, con una graduatoria di merito compilata sulla base dei giudizi degli utenti, e la possibilità di sincronizzare automaticamente le versioni dei software presenti su tutte le proprie macchine.

Shopping Lens e privacy

Con la pubblicazione di Ubuntu 12.10 (Quantal Queztal) nella Dash di Unity viene mostrata pubblicità mirata a seconda di ciò che viene cercato, grazie alla cosiddetta “Shopping lens”. Grandi critiche si sono sollevate a riguardo. A riguardo è intervenuto Mark Shuttleworth, CEO di Canonical, affermando che non è stata inserita della pubblicità nella Dash bensì sono stati integrati i risultati delle ricerche online all’interno della Dash. A sostegno è intervenuto anche Jono Bacon descrivendo tale pubblicità come “suggerimenti” e che il guadagno generato serve per continuare a far crescere e migliorare Ubuntu.

La versione 12.10 inoltre prevede che gli utenti accettino la scelta di permettere a Canonical di collezionare dati sulle ricerche e indirizzi IP e di vendere tali informazioni a FacebookTwitterBBC e Amazon, attirando le critiche per la privacy. Secondo la Free Software Foundation, l’adware introdotto nella versione 12.10 viola la privacy degli utenti e risulta così essere una delle rare occasioni in cui uno sviluppatore di software libero persiste nel mantenere una caratteristica dannosa nel suo programma[156]. Secondo Richard Stallman, fondatore della Free Software Foundation e del Progetto GNU, Ubuntu contiene uno spyware e non dovrebbe essere usato dai sostenitori del software libero[157][158][159].

Secondo un’analisi fatta da Luís de Sousa nel suo blog, la “Shopping lens” di Ubuntu potrebbe essere illegale nell’Unione Europea in quanto violerebbe la Direttiva europea 95/46/ECche definisce cos’è un’informazione personale.

Con l’arrivo di Unity 6.8.0 è possibile disattivare le ricerche online della Dash.

Sviluppo di Mir

Obiezioni da parte della comunità del software libero si sono sollevate all’annuncio dello sviluppo di Mir, il nuovo server grafico di Ubuntu, in particolare da KDELightDM e GNOME. Il continuatore di X.Org, Daniel Stone, alla notizia dello sviluppo di un server grafico apposito per Ubuntu chiamato Mir, ha affermato: “Sono solo irritato per il fatto che ciò significa più lavoro per noi, più lavoro per gli sviluppatori upstream, più lavoro per i toolkit, più lavoro per i venditori di hardware…”.

Tre copie di CD della distribuzione.

In questo articolo è stato spiegato come si può “Costruire un Personal Computer con poche risorse economiche e con sistemi poco potenti ma resi affidabili da un Sistema Operativo leggero da una licenza libera per utilizzarlo.

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